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ARTICOLO TRATTO  DA "IL CITTADINO" DEL 27/10/2010 - Schiamazzi e insulti dai bulli in gonnella
 

Graffignana. L’ultima “vittima” della baby gang è una 14enne. La denuncia della mamma: «Le hanno rivolto offese razziste»
Schiamazzi e insulti dai bulli in gonnella
Un gruppo di ragazze da qualche mese spadroneggia in paese
 

 

GRAFFIGNANA Bulli in gonnella in paese, l’ultima “vittima” è una 14enne cubana. Come riscontrato più volte dalla polizia locale, a Graffignana un gruppo di ragazze tra i 16 e i 17 anni vaga senza meta sulle panchine della borgata lasciando immondizia, infastidendo i cittadini con schiamazzi ed epiteti e deturpando i beni comunali. Il fenomeno, che si manifesta da qualche mese, è sotto controllo per evitare situazioni spiacevoli o atti di vandalismo ma, nonostante gli sforzi degli agenti, sembra non volersi arrestare. L’ultima “puntata” di questa fastidiosa situazione si potrebbe intitolare “Con noi o contro di noi!”. Parte da qui la vicenda di bullismo e razzismo che sembra stia rendendo la vita impossibile a una famiglia cubana di tre persone. Stranieri integrati che hanno un’attività a Graffignana e risiedono nella vicina Casoni di Borghetto. Nel mirino dei bulli, che in questo caso appartengono al gentil sesso, la figlia 14enne della titolare di un bar di via Vittorio Veneto a Graffignana che domenica sera intorno alle 17.45 ha avuto problemi in centro paese: «L’ho mandata a prendersi da mangiare in via Roma ma, una volta lasciata la pizzeria in cui ha acquistato la cena, mia figlia è stata attorniata da quattro ragazze più grandi. Il gruppo le ha rivolto offese, insulti razzisti e provocazioni, fino a ferirla profondamente. Tanto che la ragazza è arrivata a difendersi dando una sberla alla più cattiva della compagnia che le era addosso. Poi, protetta dal titolare di un bar vicino sceso in strada per calmare le acque, è tornata da me piangendo e molto spaventata - spiega la 37enne L. A. -. Non è la prima volta che accadono cose simili. Ma domenica queste persone sono persino arrivate al mio bar con altri amici e hanno cercato di spintonare anche me minacciandomi a gran voce con tanto di insulti». La famiglia coinvolta dall’episodio è residente in Italia ormai da cinque anni. La 37enne gestisce un bar a Graffignana da quasi tre anni e chiarisce: «Mia figlia è timida e non ama gironzolare a vuoto: di mattina prende il pullman e va all’Itis di Lodi dove frequenta il primo anno delle superiori e di pomeriggio si reca a San Colombano per gli allenamenti di pallavolo. Il resto del tempo sta con me. È stata presa di mira per aver rifiutato di unirsi alla compagnia» si sfoga la madre. «Si parla di integrazione, ma le provocazioni che la ragazza è costretta a subire raccontano ben altro. Sembra questione di razzismo. Dal canto nostro non abbiamo mai mancato di rispetto a nessuno e certamente non vogliamo che queste giovani siano segnate a vita a causa di una nostra denuncia. Sappiamo che si tratta di bravate. Tuttavia, per sentirci più tranquilli e scongiurare nuovi attacchi, oltre ad aver parlato con la polizia municipale di Graffignana la prossima volta avvertiremo anche i carabinieri di Borghetto. Intanto, speriamo che i genitori ci aiutino riprendendo le loro figlie». Paola Arensi

 

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